Il modus comunicandi di un’azienda sui Social Network è determinante per il suo successo. Ma il loro utilizzo è davvero esente da rischi?
Tutte le aziende hanno bisogno di comunicare costantemente con il loro pubblico. Per farlo, sviluppano precise strategie di marketing che poi mettono in atto sui social network. Saper utilizzare questi media con la opportuna competenza può fare la differenza per costruire, giorno dopo giorno, la propria presenza online, perché ciò serve effettivamente a colmare il gap, cioè la distanza tra chi vende e chi acquista, sia in termini temporali che geografici: un post può essere pubblicato su una pagina Facebook o Instagram italiana, ma in pochi attimi può raggiungere utenti di ogni parte del mondo, diventando virale attraverso una catena infinita di condivisioni, di like e di commenti. Proprio perché offrono una istantanea connessione senza confini con chiunque faccia parte della rete, i canali social costituiscono il luogo prediletto in cui è possibile curare la relazione con il singolo follower, ascoltare le sue esigenze ed i suoi gusti, fornirgli offerte personalizzate e cercare di coinvolgerlo attivamente in tutte le fasi di questo processo. Essere presenti sui social è dunque la chiave di volta per stimolare l’interazione con potenziali clienti, guadagnare visibilità, ampliare a dismisura le opportunità di vendita e soprattutto raccogliere una serie di dati che ci aiutano a valutare le nostre performance attraverso parametri oggettivi. Tuttavia, presidiare i Social Network non è un gioco. Partire da questa consapevolezza è indispensabile per individuare le insidie ed i rischi ai quali tali strumenti ci espongono.
1) EPIC FAIL: una sola azione sbagliata o un solo errore ortografico sui social può avere ripercussioni molto gravi sulla reputazione aziendale, arrivando a danneggiare l’immagine del nostro brand e mettendo a rischio il business che con creatività, impegno e professionalità abbiamo lentamente costruito; perciò, è sempre meglio evitare di pubblicare post improvvisati, puntando invece su un’accurata pianificazione dei contenuti editoriali.
2) PERDITA DEL BERSAGLIO: rivolgersi ad un pubblico troppo vasto e disomogeneo rischia di vanificare gli sforzi di marketing, soprattutto in caso di advertising; perciò, è essenziale conoscere le caratteristiche del proprio cliente ideale e sfruttare al massimo le opzioni di targetizzazione che le diverse piattaforme mettono a disposizione per raggiungerlo.
3) FEEDBACK NEGATIVI: scoprire se i nostri clienti sono soddisfatti del nostro operato può indubbiamente esserci utile per prevedere le loro azioni nel futuro e per aiutarci a capire come fidelizzarli, ma, dargli la possibilità di esprimere pubblicamente il loro indice di gradimento, include l’eventualità di imbatterci in critiche fastidiose, commenti sgarbati e recensioni sgradevoli, che dobbiamo essere capaci di gestire. Prenderla sul personale è la peggior cosa che si possa fare. Bisognerebbe rispondere con gentilezza, entrando nel merito della questione in modo chiaro e conciso, o comunque mostrarsi ben disposti al confronto e a fare tesoro di un’opinione negativa per migliorarsi.

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